Superiore Generali nella storia

SUPERIORE

Come tutte le fondazioni, la Congregazione delle Suore Francescane del Signore iniziò dalla piccola casetta attigua al Santuario del Signore della Città, per poi espandersi, nel corso dei decenni, in varie parti del mondo. All'inizio, quindi, per circa 40 anni, non parliamo di Madri Generali ma di Superiore.

 

Suor Giuseppina Ruvolo, fu la prima superiora della fase primordiale dell'Istituto, ossia quella iniziata nel 1885 e conclusa il 9 Agosto del 1891, con la morte della stessa Suor Giuseppina. Fu un'anima santa e delicata, come testimonia l'unica foto che di lei ci è pervenuta.

Giuseppina nacque a Palermo il 3 Giugno 1839, primogenita di Antonino Ruvolo e Rosa Sveglia, e fu battezzata nella chiesa parrocchiale di S. Ippolito. All'età di 7 anni si trasferì con la famiglia a Caltanissetta, dove il padre aprì un negozio all'ingrosso nella Via dei Fondachi, oggi Corso Vittorio Emanuele. Essendo la primogenita di 13 figli, Giuseppina si impegnò molto ad aiutare la mamma nel crescere ed educare i fratelli più piccoli, motivo per cui i genitori opposero un delicato ostacolo quando ella fece presente la sua volontà di consacrarsi al Signore. La morte della madre, il 13 Aprile 1872, sancì la definitiva (così allora parve) rinuncia di Giuseppina di seguire la vocazione a cui si sentiva chiamata.

Nel 1882 la sorella Felicia, sentendosi anch'essa chiamata alla vita consacrata, lasciò la casa paterna per recarsi a Catania dove si formò presso le Figlie della Carità, nel 1883 si consacrò al Signore con il nome di Suor Caterina e svolse il suo apostolato a Naro presso l'Istituto Immacolata Concezione.

Giuseppina, da parte sua, iniziò un cammino diverso, che le avrebbe permesso di accudire la famiglia, pur vivendo una consacrazione particolare, fu così che entrò a far parte del Terz'Ordine Francescano, diretto da P. Angelico Lipani, con sede presso la chiesetta del Signore della Città. Negli incontri con il direttore e nelle conferenze i poveri avevano un posto privilegiato nelle discussioni che si facevano, poiché a P. Angelico erano particolarmente cari quei poveri di spirito e di sostanze, che il Signore proclama beati. Giuseppina, insieme alle altre terziarie, con animo coraggioso e umile si prodigò per raccogliere offerte per i poveri e, successivamente, per chiedere ai nisseni un generoso contributo per costruire un Istituto che potesse accogliere le orfane delle miniere. Nel 1883 iniziò la costruzione delle poche stanzette del nascente Istituto, che fu inaugurato l'anno seguente, e Giuseppina era lì, con la sua dolcezza materna ad accogliere le prime dodici orfanelle.

Le ragazze venivano accudite dalle maestre, che le preparavano culturalmente, ma era necessaria la presenza di figure materne, che potessero essere per loro esempio e guida nella vita e nella fede, fu così che il 10 Settembre 1884 Giuseppina lasciò la casa paterna e si stabilì nel piccolo Istituto per diventare madre di quelle povere bambine, bisognose d'amore.

Aveva 45 anni ma conservava pienamente la giovinezza dell'anima e del corpo: entusiasmo per gli ideali più belli, gioia di vivere, freschezza ed esuberanza di energie, desiderio e fascino di perfezione e un cuore che conservava intatta la capacità d'amare e di donarsi. A lei si unì la ventisettenne terziaria Grazia Pedano. Insieme le due terziarie collaboravano per il bene di quelle fanciulle e per la gloria di Dio, "facevano del bene al prossimo senza aspettare l'applauso dell'uomo", umiltà e laboriosità, questo era l'esempio che ricevevano da P. Angelico e questa era la loro vita. Svolgendo la loro missione sentirono la necessità di consacrarsi definitivamente al Signore e fecero presente a P. Angelico questa loro vocazione, il pio frate accolse benevolmente la loro offerta di vita e, dopo averle preparate, il 15 Ottobre 1885 Giuseppina e Grazia "indossarono una ruvida tunica di colore marrone, cinsero i fianchi con una bianca corda da cui pendeva la corona del rosario e con un velo nero, simbolo di consacrazione e di modestia, coprirono il capo e le spalle". Nasceva così, nei volti splendenti d'amore di quelle due prime suore, la Congregazione. Con grande amore Suor Giuseppina continuò ad accudire le orfanelle e per loro non esitò a questuare di porta in porta, chiedendo ai nisseni di aprire il loro cuore alle necessità di quelle creature, che pativano una condanna senza colpa.

 Nel 1888 Suor Grazia lasciò la vita religiosa e tornò in casa sua, Suor Giuseppina rimase da sola ma non si lasciò avvilire dalle difficoltà di dover gestire da sola la situazione e dalla pesante ingerenza della maestra Filomena Licitri, che amministrava i fondi durante la costruzione dell'Istituto. Suor Giuseppina sopportava, insaccava tutto e non svuotava il sacco di sgarbi, di angherie e pettegolezzi con nessuno, neanche con P. Angelico, convinta che doveva aiutare e non affliggere e gravare di miserie umane l'apostolo della Città. Le orfanelle, intanto, divennero sedici, Suor Giuseppina si affidò al Signore, la preghiera era il respiro della sua vita di contemplazione, genuflessa dinanzi al Santissimo, raccolta, pregava con le stesse parole di S. Francesco, a cui tanto si ispirava nella sua umile vita. P. Angelico, in un'annotazione, la definisce "piissima suora". Quando il 18 Aprile 1891 morì il padre, Suor Giuseppina si recò in casa non per piangere il caro genitore defunto, ma per portare ai fratelli e alle sorelle la parola del conforto e l'abbraccio del Signore, che non ci lascia morti nel silenzio, ma ci chiama a vivere con Lui una vita senza dolori e senza fine. Quelle parole che raccontavano delle gioie del Cielo, furono quasi una profezia. Nell'estate successiva Suor Giuseppina cominciò a sentirsi male, il 1 Agosto fu visitata dal medico, che la visitò continuamente in quei giorni. Il 7 Agosto fece testamento e ricevette i sacramenti della Riconciliazione e l'Olio degli infermi. Il giorno successivo chiedette il Santo Viatico, ormai pronta per il suo incontro con il Signore. Le orfanelle accompagnarono in processione il Santissimo, portato da P. Angelico, assistendo a quell'ultimo atto d'amore fra Suor Giuseppina e il Signore e ricevendo dalla loro "madre" l'ultimo bacio. All'alba del 9 Agosto il suo respiro si fa più affaticato, le sue condizioni peggiorano velocemente e alle 10, emettendo un lieve sospiro, china il capo e chiude gli occhi, per riaprirli dinanzi al Signore della Vita. Molta gente partecipò alle sue esequie, tutti riconoscevano in lei la figura luminosa di una donna santa, che aveva lasciato tutto per ricevere quel centuplo promesso dal Signore quaggiù insieme alla Vita eterna. Il corpo fu sepolto nel cimitero di S. Maria degli Angeli e sulla lapide furono incise queste parole:

“Ruvolo Giuseppina fu Antonio di anni 53

Vergine esemplare volata al suo Celeste Sposo tra il pianto dei suoi il 9 Agosto 1891 Il 10 Ottobre 1969 il corpo fu riesumato e ritrovato intatto, composto in una nuova cassa fu trasferito nella tomba eretta dalla Congregazione delle Suore Francescane del Signore, dove attende la risurrezione”.

 

Suor Veronica Guarneri, fu la prima superiora della seconda fase della Congregazione (quella che continua sino ad oggi senza soluzione di continuità), dal 1893 al 1899.

Nacque a Resuttano (CL) il 23 Luglio 1874 dalla famiglia Guarnieri e, lasciata nella ruota degli esposti, fu battezzata e rivelata come Vincenza Melissa. Ancora neonata fu mandata a Caltanissetta e fatta adottare da un falegname terziario francescano, Salvatore Guarneri, che era anche custode della chiesa del Signore della Città, e viveva poco distante da essa. Vincenza che cresceva in quell'ambiente di viva fede, frequentando la chiesetta per il catechismo, un giorno fece presente ai genitori adottivi la sua volontà di entrare in Istituto, aveva appena 10 anni, e si distinse per la prontezza e l'esattezza nell'osservare le regole. A 18 anni, dopo la morte di Suor Giuseppina Ruvolo, si presentò a P. Angelico, insieme ad altre due compagne d'Istituto, chiedendo di essere ammessa al Noviziato. P. Angelico la riconobbe "adorna di tutte le qualità di una buona religiosa e la giudicò degna di vestire l'abito francescano".

Nel 1893 fece la Professione assumendo il nome di Veronica.

In quel periodo il Comune di Caltanissetta istituisce la "cucina economica" per venire in aiuto ai poveri della città e la affida all'Istituto, Suor Veronica accoglie entusiasta la nuova missione e accoglie i poveri "li fa sedere nel refettorio e si gloria di servirli come propri padroni".

In una visita all'Istituto il vescovo, Mons. Zuccaro, rimane ammirato dalla carità e dalla fede con cui quelle suore vivono la loro vocazione e svolgono la loro missione. Conosciuta l'indole vivace ma buona, e il carattere fermo ma soave di Suor Veronica, la ritenne perfetta per assumere il governo della piccola Comunità e, nonostante le sue umili resistenze, la nominò superiora. La sua costituzione gracile le diede diversi problemi, perché la vita allora era dura e malagevole, ma non si perdette d'animo, e, con grande forza di spirito, continuò a vivere la sua vocazione, dando a tutte un esempio di abnegazione e sacrificio.

Volendo rendere più solenni le liturgie celebrate nella chiesa del Signore della Città, Suor Veronica imparò a suonare l'organo, acquistato dalla chiesa di S. Sebastiano, e, insieme alle consorelle, iniziò le orfanelle al canto, cosicché potessero accompagnarla durante le celebrazioni, nella gioia di quella preghiera cantata, che, come dice S. Agostino, vale per due.

Nel 1898 dovette consegnare al riposo eterno la giovane consorella, Suor Chiara, amata maestra delle Novizie, morta in tenera età. Ma anche per lei era ormai giunto il tempo di incontrare il suo sposo. Nell'autunno del 1899 iniziò a sentirsi male, appena un mese prima della sua morte poté ricevere, con gioia immensa, l'attestato di riconoscimento da parte di Mons. Zuccaro. Aggravatasi nei primi giorni di Novembre, a causa di un'ernia strozzata, fu costretta a letto, tormentata da atroci spasimi, senza mai lamentarsi. Il 9 Novembre chiede di vedere le orfanelle, verso mezzogiorno la sua cameretta è piena di volti e di cuori, Suor Veronica le fa avvicinare una ad una, le saluta, le bacia, dona loro l'ultima carezza. "Servite il Signore, sorelle, servite il Signore in letizia" dice rivolta alle consorelle, poi ringrazia P. Angelico e aggiunge: "Con la benedizione del Signore l'Istituto progredirà". Detto questo, reclina il capo e dolcemente spira.

 

Suor Angelica Marotta, fu superiora dal 1899 al 1926. Nominata da Mons. Zuccaro.

Nacque a Piazza Armerina (EN) il 6 Settembre 1874 da Alfonso Marotta e Lucia Venturella e fu battezzata con il nome di Rachele. All'età di 10 anni si trasferì a Caltanissetta e fu una delle prime 12 ragazze accolte nell'Istituto, fondato da P. Angelico. Crebbe alla scuola di Suor Giuseppina Ruvolo e, alla morte di questa, appena diciassettenne si presentò a P. Angelico insieme ad altre due compagne, per chiedere di essere ammessa nel cammino vocazionale per diventare suora. Non avendo il riconoscimento paterno dovette attendere sino al 9 Luglio 1898 per fare la professione nelle mani del vescovo Mons. Zuccaro, nel frattempo, però, visse come suora e si distinse, soprattutto, per la grande carità sia nei confronti delle orfanelle e delle ragazze accolte nell'Istituto, sia verso i bisognosi della città. Vendette l'oro regalatole dal padre per aiutare l'Istituto e, come testimoniò la sig.ra Michelina Bellomo, appena sapeva di qualche sciagura o di qualche bisogno era la prima a soccorrere ed accorrere in aiuto. Dopo la morte di Suor Veronica, nel 1899, fu nominata Superiora, e diresse l'Istituto con grande saggezza, pensando al bene sia delle suore che delle ragazze. Fu lei a ricevere il testamento del fondatore morente e a promettere, a nome di tutte le suore, che avrebbe percorso la via della santità. Durante gli anni del suo governo fu ingrandito l'Istituto con un'ampia zona ricreativa e furono aperte le prime due filiali: Sommatino (1924) e Delia (1926), Suor Angelica, con prudenza accolse l'invito del vescovo ad aprire nuove case ma, il suo atto di obbedienza, fu ricompensato con grandi benedizioni per tutta la Congregazione. Dopo l'incidente che nel 1925 lasciò uccisi due bambini nel cortile dell'Istituto la sua salute cominciò a declinare, fino a quando, sentendosi ormai stanca, chiese al vescovo che il governo passasse a Suor Immacolata Lapaglia, che l'aveva coadiuvata negli ultimi tempi; il vescovo accolse la sua richiesta ma Suor Angelica mantenne il titolo di Superiora dell'Istituto di Caltanissetta. Colpita da ictus, morì all'alba del 5 Luglio 1929.

Si disse di lei:

"Era una madre per le suore, per le orfane, per i vicini e per tutti Era bella,

giovane, "sciacquata" e "tunna", era una madre per tutti".

 

MADRI GENERALI

 

Madre Immacolata Lapaglia, prima Madre Generale della Congregazione dal 1926 al 1938. Nominata da Mons. Jacono.

 

Nacque a Caltanissetta il 19 Gennaio 1891 da Calogero Lapaglia e da Croce Beata, e fu battezzata con i nomi di Francesca Margherita Maria, in famiglia chiamata Checchina. Buona, dolce e affettuosa, era affabile verso tutti e di umore sempre allegro, diligente e attenta nello studio, sin dall'infanzia, si dimostrò, poi, assai intelligente con una particolare

predilezione per la matematica. Completati gli studi di scuola tecnica, il padre, non essendovi scuole ulteriori a Caltanissetta, la inviò presso il Collegio di Maria all'Olivella di Palermo, insieme alla sorella Ida, qui, accompagnata dalle suore, si recava a studiare all'Istituto "Margherita". Durante quegli anni Francesca mostrò grande rispetto e interesse per la vita religiosa, anche se non era ancora in lei definita la peculiarità della sua vocazione. Già prima di lei le sorelle Elvira e Agata si erano consacrate, la prima nelle Figlie della Carità, la seconda nelle Figlie di S. Anna, per cui la sorella Ida cercò di dissuaderla dal proposito confidatole, "per non lasciare il babbo e la mamma".

Nel 1911 conseguì il diploma di maestra elementare, con la gioia di chi, finalmente, può aiutare la famiglia nelle spese con il proprio lavoro, ma si preparavano per lei anni difficili, di privazioni e mortificazioni, inviata in zone rurali e isolate, costretta a vivere in luoghi angusti e poveri, Francesca non si perse d'animo, ma, con dedizione e amore, compì la sua missione di maestra non solo fra i bambini ma anche per gli adulti, portando la cultura e la fede in quei luoghi dimenticati. In quel periodo confidò al padre il desiderio di consacrarsi al Signore, ma questi le oppose un netto rifiuto, che ella accolse con obbedienza e, quando la sorella minore Ida ebbe il permesso di consacrarsi fra le Figlie della Carità, offrì al Signore quella ulteriore sofferenza e non oppose la sua precedenza. Nel 1921-22 fu chiamata ad insegnare presso una classe elementare nell'Istituto del Signore della Città; fu qui che, nel continuo contatto con quella realtà di vita, maturò la sua vocazione e si sentì finalmente a casa, pronta a pronunziare il suo fiat definitivo al Signore. Dopo la morte del padre, chiese alla madre il consenso e, dopo un po' di resistenze, riuscì ad ottenerlo, il 9 Settembre 1922 fu ammessa come postulante e il 9 Dicembre vestì l'abito francescano, assumendo il nome di Suor Immacolata. Un anno dopo, l'8 Dicembre 1923 fece la professione religiosa. Da subito attirò l'attenzione della superiora Suor Angelica, che vedeva chiaramente le capacità della giovane suora e la sua profonda spiritualità, tanto che, negli ultimi anni del suo governo, delegò a lei sempre di più i suoi poteri amministrativi. Fu grazie al sostegno di Suor Immacolata, che Suor Angelica abbandonò le sue ultime reticenze ad aprire una nuova casa fuori Caltanissetta. Il 22 Dicembre 1926, su richiesta della stessa Suor Angelica, fu nominata dal vescovo prima Madre Generale della Congregazione, che ormai aveva lasciato le mura dell'Istituto per espandersi altrove.

Madre Immacolata, fedele alla sua convinzione che l'elevazione spirituale delle suore e delle educande doveva andare di pari passo con quella culturale, promosse la nascita di associazioni di ragazze, favorite dall'Azione Cattolica, di scuole di catechismo. Volle che le suore partecipassero mensilmente al ritiro spirituale e iniziò la stesura delle nuove Costituzioni, scritte senza mai tradire il carisma del fondatore. Nel 1935 celebrò i 50 anni dalla Fondazione e, in quella occasione, sperava di ottenere l'approvazione della Santa Sede, che non arrivò, perché le Costituzioni furono considerate idee a un Istituto diocesano. Con lei la Congregazione varcò i confini della Diocesi e della Sicilia e nuove case furono aperte in Sicilia e in Calabria. Madre Immacolata seguiva con attenzione e da vicino le varie realtà, cercando di far sentire la sua materna sollecitudine verso tutte le suore, fin quando nel 1936 cadde ammalata.

La malattia fu lunga e penosa, ma Madre Immacolata non perse mai la sua serenità e in silenzio e con il sorriso sopportò ogni sofferenza. Non voleva pesare sulla vita della Comunità e chiedeva alla suora che l'assisteva di andare a riposare quando la vedeva stanca, ma le sue condizioni, che si aggravavano sempre di più non permettevano di lasciarla sola se non per pochi minuti. Negli ultimi 40 giorni una febbre persistente la martoriò non lasciandola né il giorno né la notte, fece voto di offrirsi vittima per l'Istituto e per la Congregazione, e il suo lento Calvario si avviava lentamente verso la Croce. Nessuno voleva perderla, e incessantemente salivano al Cielo preghiere da parte delle suore, delle ragazze e del popolo, affinché il Signore sollevasse la Madre da quelle sofferenze. Costretta a letto si ricoprì di piaghe, ma mai si lamentò di alcun dolore. Il 17 Agosto 1938 si aggravò, il medico visitandola disse che un minimo spostamento le sarebbe stato fatale, il dolore fu grande presso tutta la Comunità, si pregi pianse, ma la fine era vicina; il 19 Agosto, offrendo ancora tutta se stessa al Signore, rivolse le sue ultime parole alle suore: "Vi benedico - disse - e vi raccomando di essere buone, buone, buone e ubbidienti". Alle ore 23.45 spirava, ricevendo il premio per il dono totale che aveva fatto della sua vita al Signore e al prossimo. Ai suoi funerali, celebrati il 21 Agosto, partecipò tutta la città, clero, istituti, nobili e gente semplice, tutti vollero dare l'ultimo saluto a Madre Immacolata, che lasciava in tutti un ricordo imperituro di fede e carità.

 

Madre Annina Ragusa, Madre Generale dal 1938 al 1964. Nominata da Mons. Jacono e confermata nel I Capitolo Generale (15.10.1957).

Nacque ad Enna il 7 Giugno 1906 e, ultimate le scuole medie, si recò a Caltanissetta per frequentare l'Istituto Tecnico, presso il quale conseguì il diploma di ragioneria. Durante la sua permanenza in città, ebbe modo di conoscere ed apprezzare la Congregazione delle Suore Francescane del Signore e avvertì i primi segni della vocazione. L'incontro con Suor Angelica e Madre Immacolata la aiutò a discernere il volere di Dio sulla sua persona. Dopo due anni di lotta con la famiglia, che era contraria, nel 1926 entrò come postulante a Delia, dove viveva la sorella Giovanna e il 1 Luglio 1927 passò a Caltanissetta. Il 19 Aprile 1928 nella cappella dell'Istituto vestì l'abito religioso, assumendo il nome di Suor Annina, e il 14 Dicembre 1929 fece la professione religiosa. Da subito Madre Immacolata notò le sue doti di equilibrio, il senso di responsabilità, la profonda spiritualità e la scelse come collaboratrice nei lavori di amministrazione, affidandole anche importanti incarichi, come la sostituzione della maestra delle novizie, quando questa non c'era, la conduzione del laboratorio e varie supplenze. Nel 1930 si diplomò maestra d'asilo e fu trasferita prima a Sutera e poi, come superiora, a Sommatino, da cui spesso tornava a Caltanissetta, per accudire alle novizie. Negli ultimi tempi della malattia, accudì Madre Immacolata, e ricevette da lei il testimone, fu, infatti, nominata Madre Generale il giorno stesso dei funerali di Madre Immacolata, il 21 Agosto 1938.

Durante il suo generalato la Congregazione si espanse, fino a raggiungere, nel 1954, al di là

dell'oceano, le terre brasiliane, con l'apertura di 5 case. Madre Annina ebbe anche la gioia di vedere l'approvazione definitiva della Congregazione, con il decreto di lode di S. Giovanni XXIII, del 30 Agosto 1960.

Volle dare un forte stampo spirituale alla formazione delle suore, continuando sulle orme del Fondatore e di coloro che l'avevano preceduta, diede alle suore tutti gli strumenti per crescere nella fede e nella spiritualità, favorendo la preghiera (con il dono di un libro di preghiera) e la meditazione, con ritiri mensili. Donna di carità, non chiuse mai le porte dell'Istituto, e, soprattutto durante la guerra, raccomandò a tutte le case di accogliere sempre i poveri e i bisognosi. Il 10 Ottobre 1957 celebrò il I Capitolo Generale della Congregazione, in cui fu eletta Madre Generale e l'11 Aprile 1964 il II Capitolo, in cui venne eletta Madre Vincenzina Frijia. Entrambi i Capitoli furono incentrati sul tema della pietà, dello studio e della disciplina. Negli anni del suo primo generalato (1938-1964) furono aperte 45 case. Dopo la prematura morte di Madre Vincenzina, il 15 Ottobre 1966 si tenne il III Capitolo Generale, in cui fu rieletta Madre Annina, poi confermata nel V e nel VI. In questi anni Madre Annina dovette affrontare le questioni che poneva il rinnovamento conciliare, non senza difficoltà. Indisse qui un Capitolo Generale straordinario, il IV, che aveva come compito la revisione delle Costituzioni, adeguate alle disposizioni conciliari, dopo aver raccolto i suggerimenti provenienti dalle suore di tutte le case. Il 10 Dicembre 1970 la Sacra Congregazione dei Religiosi approvava le Costituzioni revisionate.

Nonostante il grande impegno di Madre Annina per accompagnare tutte le suore nel cammino di rinnovamento conciliare, vi furono molte defezioni di suore e alcune case dovettero essere chiuse per mancanza di personale, con gran dolore della Madre e delle popolazioni locali, ma se ne aprirono altre, soprattutto nelle terre lontane come la Bolivia (1984).

Madre Annina cercò di curare molto, oltre l'aspetto spirituale, anche quello culturale, e parecchie suore conseguirono diplomi e lauree sia per l'insegnamento sia di teologia. Avvicinandosi il VII Capitolo Generale, che non permetteva la rielezione di Madre Annina, ella scrisse una lettera di commiato, piena di umiltà, in cui si rimetteva completamente alla nuova Madre, chiedendo di non aver alcun privilegio per i lunghi anni di servizio prestati alla Congregazione. Il 15 Ottobre 1984 veniva eletta Madre Giacinta Cammarata. Madre Annina si ritirava nella preghiera, vivendo santamente gli ultimi anni della sua vita. Morì a Roma il 17 Settembre 1990.

 

Madre Vincenzina Frijia, Madre Generale dal 1964 al 1966. Eletta nel II Capitolo Generale (11.4.1964).

Nasce a Curinga (prov. di Catanzaro) il 13 Giugno 1915 da Vincenzo ed Eleonora Frijia. Quarta dei cinque figli dei coniugi Frijia, Isabella , in religione Vincenzina, fin da giovanissima mostra segni di vocazione speciale verso il Bello e soprattutto verso il Signore Gesù. Ancora bambina viene mandata a Montesoro, frazione di Filadelfia, dove, in casa dello zio Arciprete Vincenzo Frijia, inizia uno straordinario cammino di formazione alla santità. Con Lei c'è, oltre lo zio arciprete e la zia Isabella, sua cugina Maria Frijia. Due anime che avvertono in pienezza la chiamata ad essere "Eco dell'Amore di Dio". L'una protesa verso la vita religiosa, l'altra, su consiglio successivo della prima, verso la vocazione familiare.

Bellissima oltreché gentile e di temperamento gioviale, Vincenzina conduce una vita serena e spensierata con spiccato amore per la musica ed il canto, tanto da essere chiamata dallo zio "il mio usignolo". Cresciuta negli anni, ricorderà sempre quei tempi e ne farà tesoro per mostrare a tutti che è possibile vivere la gioia cristiana come dono da offrire a chi è solo e sfiduciato. Forte di questa gioia Isabella soccorre i poveri ed i bisognosi. Cosa che farà per tutta la vita, sia in Italia che all'estero quando andrà in Brasile ed in Francia per visitare le prime Case della Congregazione alla quale poi apparterrà. A 18 anni , quando indossa il saio francescano per entrare nell'Istituto delle Suore Francescane del Signore, a Caltanissetta, ha già alle spalle un intensa preparazione spirituale ed una volontà decisa di abbracciare la vita religiosa. Lo aveva già dimostrato qualche anno prima. A Curinga in mezzo alle consorelle della Confraternita dell'Immacolata. A Montesoro e ancora a Curinga , dove ebbe la fortuna di incontrare la Fondatrice dell' Ordine delle Francescane del Signore della città, Madre Immacolata La Paglia, in visita alla prima casa aperta in Calabria nel 1934, su espresso desiderio dell'allora Vescovo di Nicastro Mons. Eugenio Giambro. Decide senza indugio di entrare in Congregazione e una notte, come dirà lei stessa , le appare in sogno San Francesco D'assisi che, a conferma della sua vocazione , le sussurra:" entra , entra tra le Suore Francescane del Signore". Il 24 Novembre del 1934 inizia il postulantato e il 29 Ottobre 1935 indossa l'abito. Nel ricordino farà stampare queste sue frasi: "Che Ti renderò o Signore , per la grazia si grande che mi concedi?" ed ancora : "Spogliata degli abiti del mondo e rivestita del prezioso saio di penitenza vivrò solo per Te!". Dopo due anni di intensa formazione, il 2 Dicembre 1937 emette i voti solenni dinanzi al Vescovo Mons. Giovanni Jacono. Giorno 4 Ottobre del 1943, festa di San Francesco d'Assisi emette quelli perpetui. Dal quel momento è tutto un incalzare di fervente apostolato a favore di quanti le chiedano "ragione" della sua fede, i poveri, gli ammalati, verso le consorelle che educherà, da maestra delle novizie, in maniera del tutto straordinaria.

Tutte le suore che la ricordano in veste educativa ne avvertono ancora un esaltante fascino di spiritualità. Soccorre i militari feriti quale crocerossina durante il conflitto mondiale. Quando verrà il Capo dello Stato in Sicilia per visitare l'ospedale militare di Caltanissetta, Madre Vincenzina e pronta ed operosa nelle corsie dei malati. Gioviale e discreta, entusiasta e mite, si mostra sempre disponibile nel servizio e nella missione propria di una religiosa di altro tenore morale ed umano. Madre Vincenzina ebbe la stima e l'affetto di tutta la Congregazione che l'annoverò per più anni come segretaria generale e poi come vicaria generale. Fu l'intuizione dell'allora Superiora Generale Madre Annina Ragusa a sostenerne fortemente l'elezione a terza Madre Generale. Erano gli anni del Concilio Vaticano II e quella nomina veniva proprio a cementare un impegno a continuare in sintonia con le novità di una Chiesa che si rinnovava nelle linee pastorali e nella presenza nel mondo. L'umile Suor Vincenzina fu all'altezza della chiamata, superando ogni attesa ed ogni previsione. Da Madre Generale portò avanti il Carisma del Fondatore, con una chiarezza ed una lungimiranza che, ancora oggi, sanno dell' eroico. Ed eroica fu Madre Vincenzina. Nonostante le precarie condizioni di salute, girò tutta la Congregazione. Dal Brasile alla Francia, preparando una strada oggi fiorente verso le Filippine e la Bolivia. Il tutto in appena due anni e quattro mesi di generalato. Anni di instancabile attività missionaria e culturale. Per suo merito vengono ottenute le parifiche per le scuole gestite dalla congregazione e si aprono nuove case in Sicilia ed in Brasile. A Caltanissetta viene ottenuta la parifica dell' Istituto magistrale esistente presso la Casa Madre. A Rio De Janeiro viene inaugurato l'Istituto Francisca Paula de Jesus, sempre in Brasile vengono aperti due orfanotrofi e due ospedali. A Caltanissetta Madre Vincenzina realizza l'Aspirantato; inizia e porta quasi a termine una grande Casa di accoglienza in Contrada Juculia, adibita oggi anche quale Centro per Ritiri Spirituali e Convegni. Alle quattro del 21 Giugno 1966 viene colpita da un'embolia. Dopo un breve ed apparente tranquillo decorso del male, il 7 luglio Suor Vincenzina vola in cielo, prima di morire aveva promesso di offrire ogni sofferenza e tutta se stessa al Signore ed al Papa.

 

Madre Annina Ragusa, Madre Generale dal 1966 al 1984. Eletta nel III Capitolo Generale (15.10.1966) e rieletta nel V e nel VI.

Vedi sopra.

 

Madre Giacinta Cammarata, Madre Generale dal 1984 al 1996. Eletta nel VII Capitolo Generale (15.10.1984) e rieletta nell'VIII.

Nacque a Sommatino (CL) l'8 Giugno 1919, entrò in Congregazione il 1 Maggio 1937 e indossò l'abito religioso il 2 Dicembre successivo. Emise la professione temporanea il 7 Dicembre 1937. Rimasta alla Casa Madre per studiare, conseguì il diploma di insegnante di scuola materna nel 1941 ed è stata inviata per uno anno ad Acquaviva Platani come maestra d'asilo. Tornata alla Casa Madre, il 10 Febbraio 1945 ha emesso la professione perpetua e, nello stesso anno, ha conseguito il diploma di maestra elementare. E' stata inviata come insegnante a Catanzaro per tre anni e poi ad Albaneto, come superiora, sino al 22 Agosto 1957, quando è stata eletta segretaria generale. Il 15 Ottobre 1966 è stata eletta Vicaria Generale. Dopo il Capitolo del 1972 come superiora della casa di Via Nomentana a Roma e, il 21 Maggio 1979 come superiora regionale in Brasile. Il 15 Ottobre 1984 è stata eletta Madre Generale e riconfermata nel successivo Capitolo. Durante i dodici anno del suo generalato ha celebrato il Centenario della Fondazione della Congregazione, ha coltivato soprattutto l'aspetto vocazionale e formativo delle suore e delle scuole da esse tenute, e ha iniziato il cammino preparativo per l'apertura del Processo di canonizzazione di P. Angelico. Terminato il suo mandato, il 14 Gennaio 1997 è partita alla volta della Tanzania, dove ha aperto la prima casa africana ad Arusha. Tornata in Italia per motivi di salute, si curò alcuni mesi a Roma e andò, poi, nella casa di Juculia per riposare. Colpita da ictus nel 2002, fu trasferita nella casa di Mussomeli (CL), dove trascorse gli ultimi anni di vita e morì l'8 Gennaio 2006.

 

Madre Celestina Dinarello, Madre Generale dal 1996 al 2008. Eletta nel IX Capitolo Generale (12.8.1996) e rieletta nel X.

Negli anni del suo Generalato ha avuto la gioia di poter promuovere l'apertura della fase diocesana del Processo di Padre Angelico, attesa da molti anni, e di vederne anche la chiusura. Insieme a diverse suore, fra cui vogliamo particolarmente ricordare Suor Venanzia, Suor Immacolata e Suor Annamaria si è prodigata affinché si potesse finalmente giungere a questo momento.

 

Madre Arcangelina Guzzo, Madre Generale dal 2008 al 2018, eletta nell'XI Capitolo Generale (7.7.2008) e rieletta nel XII.

Madre Arcangelina nacque a Miglierina in Calabria il 12 ottobre 1937. Fra le varie mansioni svolte nella Congregazione, fu anche superiora dell'Istituto Signore della Città a Caltanissetta.

Negli anni del suo Generalato si è celebrato il 125° della Fondazione della Congregazione con feste in tutte le case sparse nel mondo.

Il 29 luglio 2021 è tornata alla Casa del Padre.

 

Madre Priscilla Dutra Moreira, Madre Generale dal 2018, eletta nel XIII Capitolo Generale (10.11.2018).

Madre Priscilla ha avuto la gioia di iniziare il suo Generalato con l'apertura delle celebrazioni per il centenario della nascita al Cielo di Padre Angelico (2019-2020) e con la notizia, tanto attesa, della promulgazione del decreto sull'eroicità delle virtù del caro Fondatore (5 luglio 2019).

Congregazione Suore Francescane del Signore
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